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Linea erotica: La schiava
Mi chiamo Frank, ho una passione per il BDSM ma, pur avendo fatto diverse conoscenze su internet e aver frequentato diversi club, non ho incontrato una donna per una relazione a lungo termine.
Una volta che sono andato a fare una passeggiata, quando mentre camminavo lungo il fiume ho sentito una donna urlare, ho subito pensato che stesse subendo una violenza.
Man mano che mi avvicinavo il rumore aumentava, sembravano schiaffi in faccia, ma man mano che mi avvicinavo gli schiaffi erano troppo forti per essere solo uno schiaffo in faccia, pensai allora ad uno stupro. Ho pensato un attimo sul da farsi e ho deciso di intervenire gridando a gran voce. Così sono saltato dietro la siepe e ho gridato “lascia in pace quella donna!”
Anche il ragazzo all’inizio era spaventato, ma poi ha reagito in modo completamente diverso da quanto mi aspettassi! Ha detto: “Ehi giovanotto, non è quello che sembra”. E non sembrava nemmeno uno stupro, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Lui stava in piedi di fronte alla donna con un’ampia cinghia di pelle in mano. Indossava pantaloni neri, una camicia bianca con una cravatta e un gilet sopra.
Era bellissima, poco più che trentenne, respirava affannosamente, era inginocchiata davanti a lui con le mani legate dietro la schiena, indossava un corpetto di pelle con un reggiseno che a malapena riusciva a contenere il suo grande seno e tacchi alti.
Mi chiesero il nome e poi, senza tanti giri di parole, mi dissero che se avessi voluto provare la scopata più calda della mia vita li avrei dovuti seguire altrimenti me ne sarei dovuto andare.
Naturalmente andai con loro e così dopo qualche minuto di passeggiata lungo il sentiero arrivammo alla loro macchina. Lei era seduta dietro e vidi con uno sguardo furtivo che aveva le gambe divaricate e sedeva lì con le mani sulle cosce, i palmi rivolti verso l’alto.
Quando mi ha visto lanciarle occhiate furtive, mi ha detto “Guarda bene cosa stai per scopare” e ha acceso la luce, che era molto più forte della normale illuminazione interna.
Ho accettato l’offerta e l’ho letteralmente fissata quando ha detto che era decisamente bagnata, adorava essere guardata. E ragazzo, cosa fai per vivere? No, cosa ti piace fare durante il sesso, voglio dire… Oh, ho detto, sono molto sperimentale e ho pochi tabù.
In breve, quando siamo arrivati, lei mi ha portato direttamente nel suo studio in casa sua, che davvero non lasciava nulla a desiderare ed era aperto ad ogni tipo di sesso, per adesso il marito voleva solo guardare e io sarei stato il padrone della moglie schiava. Avrei dovuto parlarle in modo sporco senza trattenermi con le parolacce.
Mi hanno così fatto sedere sul divanetto dove ho aperto la cerniera, ho tirato fuori il cazzo e ho fatto detto alla schiava che avrebbe dovuto succhiarmelo tutto e che non avrei voluto vedere gocce sui pantaloni. Sì, signore, è stata la risposta e ho spinto il mio cazzo nella sua bocca e ho lasciato che il mio succo dorato scorresse mentre la tenevo. Ha ingoiato tutto senza problemi.
Per dare un bello spettacolo al padrone di casa, le ho tirato fuori il cazzo dalla bocca mentre ancora pisciava e ho continuato a pisciarle dentro in modo che il marito potesse vedere qualcosa, poi l’ho spinto indietro per tutta la sua lunghezza e ho ripetuto il gioco finché la mia vescica era vuota e le ho ordinato di mostrarmi la sua abilità nel succhiare.
Ed era davvero brava. Dopo pochi minuti le ho iniettato il mio sperma in gola e l’ho vista deglutire, ha poi continuato a succhiarmelo fino a pulirmi la cappella.
Ora toccava al marito prendersi di nuovo cura di lei.
Quello che ho visto mi ha fatto sentire di nuovo così arrapato come se il pompino non fosse mai avvenuto. Prima le liberato le tette e poi le ha attaccato dei pesi ai capezzoli. Ma la cosa più hot era l’espressione sul suo viso che rappresentava dolore e piacere.
Andò verso un armadio e tornò con giocattoli di diverse lunghezze e più quello era lungo più era grosso e uno era modellato sul cazzo di uno stallone e più grosso di una mazza da baseball. Li ho provati tutti e quando il suo buco del culo si è aperto da solo dopo il più grosso mi sono arrapato così tanto che non ce la facevo più, l’ho montata e ho scopato il suo buco del culo aperto e caldo per diversi minuti.
Avevo bisogno di una birra e mentre andai in cucina lui le ha messo una pompa di aspirazione sulla figa, le manette ai polsi e l’ha tirata sù con una carrucola in modo che potesse stare solo in punta di piedi.
Quando sono tornato lui mi ha ordinato di picchiarla e dato il mio timore l’ho picchiata timidamente ma subito anche lei mi ammonì dicendo che dovevo fare forte per dargli piacere, non voleva un tormento così affettuoso.
Ho colpito più forte e ancora, poi ancora e ancora più forte e poi l’ho sentita urlare di dolore e ha subito detto “Ancora di più mio giovane padrone, per favore! Il cinturino di cuoio che stavo usando era bagnato con il suo sudore e quando ho colpito ancora più forte il mio cazzo si è alzato rigido. Deve averle fatto incredibilmente male perché era tutta rossa ma lei stava ancora gemendo di piacere e anch’io sono diventato incredibilmente eccitato e arrapato.
Le ho quindi tolto la pompa dalla figa e gli ho messo il mio cazzo. Mentre gli stavo pisciando dentro lei continuava a dirmi di usarla, il succo usciva dalla sua figa e il marito guardava compiaciuto.
Ho continuato a scopare quella figa gonfia a causa del vuoto tra gemiti vari di piacere e dolore finchè non le sono venuto dentro spruzzando tutto lo sperma che ancora avevo, e un miscuglio di piscio e sperma le uscì fuori colando lungo le cosce.
Dopo quella volta non li ho più rivisti, il mio dover sempre girare per lavoro non lo rendeva possibile.
Mentre ero in viaggio spesso pensavo a loro e la rabbia mi assaliva perchè avrei voluto passare anche del tempo insieme.
Per addolcirmi e rilassarmi un giorno, prima di partire, avevo voglia di un buon caffè e di regalarmi un pezzo di torta e mi sono fermato in un paesino vicino a casa.
Dopo aver ordinato ho notato la bellezza di una ragazza seduta ad un tavolo e soprattutto il suo vestito, un top di raso sopra un bolero di pelle che difficilmente riusciva a domare il suo ampio busto, piercing all’ombelico, minigonna di pelle molto corta e oltre -stivali di pelle allacciati al ginocchio e colletto di cuoio.
Aveva un’aria familiare ma non riuscivo ancora a metterla a fuoco.
La guardai ancora un po’, aveva qualche anno in più di me, ma era lei, era la schiava che era sempre nei miei pensieri.
Anche lei mi ha riconosciuto e mi ha invitato a sedersi al tavolo con lei.
Le ho fatto diversi complimenti per la sua bellezza e il suo corpo bello tonico, tanto per rompere un pò il ghiaccio e poi abbiamo iniziato a parlare delle nostre vite e di quello che abbiamo fatto dall’ultima volta che ci siamo visti.
Cosa più importante mi ha confermato che continuava a fare le pratiche sadomaso e che, nel tempo, erano diventate la normalità.
Ho così pensato a come metterla alla prova. Innanzitutto indossava delle mutandine, cosa vietata in quel momento, e ciò che era molto peggio era quel pelo che spuntava da sotto il cespuglio, visto che ero sempre in viaggio avevo nella mia grande valigetta una maglietta pulita e un deodorante roll-on, ma le cose più importanti in quel momento erano il rasoio bagnato e la schiuma da barba!
Li ho spinti entrambi verso di lei e lei mi ha guardato con aria interrogativa. Adesso andrai di nuovo nel bagno delle donne, ti raderai, potrai lasciare le tue mutandine nel bagno delle donne e poi presentarti a me come si conviene a una signora! Questo è quello che ho detto in tono calmo ma deciso. Quando tornerai, il caffè ti aspetterà e continueremo a parlare!
Mi ha guardato, si è alzata e si è diretta obbediente in bagno. Il mio cuore batteva all’impazzata e anche al mio cazzo piaceva, si agitava sospettosamente nei pantaloni. Ho ordinato 2 caffè e ho aspettato. Dopo un pò è tornata, si è messa accanto a me e ha allargato lentamente le gambe per farmi vedere il risultato, mi sembrava quasi di vedere che era già bagnata ma credo fosse solo dovuto alla depilazione, ero comunque soddisfatto.
Mi piaceva veramente molto quella donna e dato che il marito era via per lavoro le ho chiesto se avesse voluto mangiare qualcosa insieme quella sera, abbiamo così finito il caffè e dopo esserci accordati per la serata ci siamo così salutati.
Esattamente alle 19 mi trovavo davanti a casa sua, sulla porta c’era un biglietto scritto da lui: “Vieni qui, è aperto”. Entrai in casa e con mio stupore lei era inginocchiata al centro della stanza, indossava solo un colletto e con ironia mi chiese se mi piaceva il suo abito da sera. Annui confermando che mi piacere la sua scelta, era meravigliosa.
Adesso posso darti questo? Lei ha messo la mano dietro la schiena e mi ha teso una larga cinghia di cuoio e io ho subito chiesto se era la stessa di quando l’ho colpita per la prima volta.
Mi sono aperto i pantaloni e lei si è avvicinata. Non voglio sentire una mano sul mio cazzo, solo la tua bocca e la tua lingua, capisci, donna! Sì, signore.
Lei è stata fantastica, non si è spinta dentro lentamente, no, si è mantenuta un po’ distante e si è lasciata cadere in avanti per impalarsi così che il mio cazzo è scomparso fino in fondo nella sua bocca. Solo allora si è avvicinata un po’ e ha lavorato sul mio cazzo, ero in estasi!
Dopo un po’ l’ho tirata su, l’ho adagiata sul bracciolo del divano e l’ho scopata per bene. Le ho iniettato tutto nella figa, non poteva pulirla. Vieni con me, ho detto dopo essermi ripreso un po’ e l’ho portata con me. Adesso mi prenderò cura di te.
Siamo entrati nello studio, ho ammirato il suo bel corpo e l’ho accarezzata e mentre cercavo qualche bel giocattolo da usare lei è andata in cucina dicendo che mi avrebbe portato qualcosa di carino.
Quando è tornata aveva in mano un mazzo di ortica e mi disse che la dovevo strofinare su di lei così le accarezzai la schiena che mostrò subito una reazione alle ortiche.
Poi è toccato al suo culo caldo, che era ancora sodo. Con una mano ho anche allargato le sue natiche e ho infilato i pungiglioni fino a raggiungere l’ano. Ora gemeva davvero di piacere e di dolore. Non era ancora abbastanza per lei così cercò i pesi e li serrò saldamente alle sue labbra e ai suoi capezzoli, le ho poi accarezzato le le areole con le ortiche.
Si è bagnata così tanto che potevo sentire l’odore dei suoi ormoni, questa donna irradiava sesso puro.
L’ho poi trascinata sulla carrucola e l’ho sollevata in alto in modo che le sue dita dei piedi toccassero appena il suolo.
I suoi gemiti si fecero più intensi, io la colpii con le ortiche, senza che io dicessi nulla lei batté le gambe ma le riaprì subito per ricevere il colpo successivo. Lei gemeva molto forte e così la conclusione è arrivata infilando le ortiche in profondità nella sua figa e strofinandole in profondità. Ha urlato come una pazza e le ho permesso di parlare.
Rimasta senza fiato con il sudore che le colava addosso mi ha chiesto di scoparla dopo averle dato qualche minuto per calmarsi. Ho allentato i pesi e l’ho liberata dalla carrucola.
Prima di scoparla ho fatto qualcosa per il bruciore dovuto all’ortica: ho iniziato a pisciarle su tutto il corpo. Quando la vescica fu vuota, mi sdraiai e le ordinai di sedersi su di me, quindi di cavalcami e di prenderlo tutto dentro. Si è seduta su di me e sono rimasto stupito da come una donna potesse essere così arrapata da avere la figa gocciolante.
Mentre mi cavalcava le ho chiesto di fare pipì, così l’ha fatto e ho potuto vedere che si stava divertendo. Eravamo bagnati fradici e dopo che mi aveva cavalcato per 10 minuti siamo venuti così forti che siamo come crollati e non ci siamo mossi per diversi minuti. Mentre ero ancora dentro di lei potevo sentire il mio sperma scorrermi sulle palle. Quello è stato il nostro primo appuntamento da soli, non ne potevo più fare a meno, non potevo più stare tanto tempo senza rivederla.
Così mi organizzai diversamente con il lavoro e il risultato è stato che abbiamo potuto vederci altri volte sia da soli sia con il marito, mi hanno portato a livelli sessuali inimmaginabili e quasi nulla sembrava essere troppo estremo per loro.
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